Natale, consigli per gli acquisti (in quale città vogliamo vivere dipende anche da noi)

Si avvicina l’ennesimo Natale, decisamente meno festoso, dopo che Covid e guerre – e preoccupazioni economiche – hanno definitivamente incrinato un rito per lo più consumistico. Per molti ci sarà poco da festeggiare, da apparecchiare, da regalare. Ma a quelli che possono permettersi lauti pranzi e doni sotto l’albero, voglio fare una proposta, che in realtà vale anche per tutto il resto dell’anno.

A prescindere dal tipo di acquisti – sempre meglio orientarsi su qualcosa di utile che su oggetti che vanno a intasare case già strabordanti – è importante soprattutto il “dove”.

Spostiamo lo sguardo sulla nostra città, sul nostro quartiere, per una volta non con la distrazione degli spostamenti o delle commissioni obbligate, ma osservando quello che ci piace ritrovare ogni giorno dove viviamo. La libreria, il mercato rionale, i negozi che con le loro vetrine illuminano strade sempre un po’ troppo buie e che ci fanno sentire circondati di umanità. Tante di quelle vetrine si sono spente, dopo i lunghi mesi del lock down, ma anche dopo l’avvento degli acquisti on line e delle tante catene di supermercati che hanno scoperto la vocazione “local” e che stanno progressivamente sostituendo panetterie, drogherie, fruttivendoli.

In questi giorni al Flaminio ha aperto l’ennesimo – il sesto nel raggio di pochi metri – punto vendita di una nota catena, in adiacenza a un mercato comunale coperto e al centro di una serie di negozietti, che prevedibilmente subiranno consistenti contraccolpi economici.

Da tempo assistiamo alla progressiva chiusura di qualche attività “storica” del quartiere, spesso sostituita da ristoranti, gelatai, bar e birrerie. Ma ci sono anche saracinesche che restano abbassate.

Allora prima di fare acquisti, per Natale ma anche tutti i giorni, non guardiamo al prezzo più vantaggioso e/o alla comodità della consegna a domicilio, ma pensiamo a quelle attività commerciali che vorremmo che restassero lì, nella nostra strada, vicino a casa.

Anche noi possiamo fare la differenza, se non vogliamo che la città e il nostro quartiere si trasformino in deserti, interrotti solo dalle insegne al neon dei centri commerciali o dalla “movida” dei locali che si moltiplicano senza regole.

E sarebbe bello – e impossibile – che anche la politica tornasse sui suoi passi, mettendo fine alla progressiva deregulation che permette che un supermercato possa aprire accanto a un mercato rionale, che come diciamo spesso, non è solo un mercato, ma una piazza pubblica, cuore pulsante di un quartiere. La cosiddetta “liberalizzazione”, senza pianificazione e senza limiti, è solo la legge del più forte, ma chi soccombe non è solo l’esercizio commerciale, ma anche la qualità della vita dei cittadini e la vivibilità dei quartieri.

Cominciamo da noi.

Anna Maria Bianchi Missaglia

8 dicembre 2023

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